Songtext zu L'ultimo della classe
Vi voglio raccontare
Quando ero l'ultimo della classe
E avevo sempre fame
E dormivo sui banchi come se niente fosse
Sulla lavagna nera
Un uomo scriveva da mattina a sera
Portava due occhialoni scuri
E gridava: "Animale!" Se scrivevo sui muri
Diceva che Augusto
Era imperatore generoso e anche giusto
Ma facci un po' tu i conti
Un uomo giusto ha un milione
Un milione di schiavi
Poi veniva il direttore
Con l'occhio severo e un po' scrutatore
Diceva a tutti: "State attenti!"
E per la paura io battevo i denti
Ero l'ultimo della classe
Il peggiore, l'ultimo che ci fosse
Ma sognavo d'imparare
Qualche cosa che un giorno mi potesse aiutare
Ero l'ultimo di tutti
Grassi, piccoli e magri, belli e brutti
Sognavo l'aria aperta ed il sole
La migliore di tutte le scuole
Se chiedevo: "Posso uscire?"
Il maestro opponeva un severo rifiuto
E con la storia dell'obbedienza
Era atroce la mia infantile sofferenza
Chiedevo al maestro: "Che cos'è l'amore?"
E lui gridava: "Non si può dire"
Per punire le mie fantasie
Mi faceva ripetere tre Ave Marie
Poi chiedevo, con tono garbato
Cosa mai fosse un uomo disoccupato
Mi rispondeva: "Non ti immischiare!
È chi non ha la voglia di lavorare!"
Poi entrava il direttore
Che ci leggeva un brano del libro Cuore
Poi sussurrava piano piano:
"In ginocchio che adesso noi tutti preghiamo"
Ero l'ultimo della classe
Il peggiore, l'ultimo che ci fosse
Ma la lezione mi è servita
E la maestra mia è stata la vita
Poiché la scuola è l'unica meta
Di chi vuol restare analfabeta
Dove si impara forse a parlare
Ma non a capire, a pensare e a lottare
Paco D'Alcatraz - L'ultimo della classe Songtext
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