Collettivo Victor Jara - Maria Farrar Text

Songtext zu Maria Farrar


Maria Farrar, nata in aprile
Minorenne, rachitica, orfana
A sentir lei, incensurata
Stando alla cronaca
Ha ucciso un bambino
Nel modo che segue:
Afferma che, incinta di due mesi
Nella cantina di una donna
Ha tentato di abortire
Con due iniezioni
Dolorose, dice lei
Ma senza risultato

Ma voi, di grazia, non vogliate sdegnarvi
Ogni creatura ha bisogno degli altri

Tuttavia, lei dice, il prezzo stabilito
Lo ha pagato subito e si è legata stretta
Ha bevuto la polvere di pepe nello spirito
Ma quello d'una purga, non altro fu l'effetto

Le si gonfiava il ventre a vista d'occhio
Lavando le stoviglie e aveva assai sofferto
Lei stessa, così dice, era cresciuta ancora
Molto aveva sperato, pregando la Madonna

Anche voi, di grazia, non vogliate sdegnarvi
Ogni creatura ha bisogno degli altri

Ma, così pareva, era inutile pregare
Anche così si pretendeva troppo
E quando fu più grossa, le venne il capogiro
Durante il mattutino, ai piedi dell'altare


Ma lei tenne segreta la sua condizione
C'era riuscita:
Nessuno credeva che fosse caduta in tentazione
Lei, così sgraziata

Anche voi, di grazia, non vogliate sdegnarvi
Ogni creatura ha bisogno degli altri

In questo giorno, alla mattina presto
Sente una fitta, lavando le scale
Come di spilli nel ventre
Un brivido la scuote
Ma pure le riesce di nascondere il suo male
E tutto il giorno, stendendo i suoi panni
Si rompe la testa
Poi le viene in mente che doveva partorire
Ed improvvisamente sente una fitta al cuore
La si chiamò ancora, mentre era coricata:
La neve era caduta e doveva spazzare
Alle undici finì... era lunga la giornata
Soltanto nella notte potè sgravarsi in pace
E partorì, a quanto dice, un figlio
Il figlio somigliava a tutti gli altri
Ma lei non era come le altre madri
Non la schernisco, non ce n'è motivo

Ora lasciatela raccontare
Come finì la sua creatura
Senza nascondere i particolari
Così di ogni essere
Si vede la natura
Così di ogni essere
Si vede la natura

Appena giunta sul letto
Sente al ventre un forte dolore
Ma restò muta, senza sapere
Cosa le stava per accadere
A malapena, stringendo i denti
Si trattenne dal gridare
A malapena, stringendo i denti
Si trattenne dal gridare

Con le ultime forze, lei dice, seguitando
Dato che la sua stanza era fredda da morire
Al gabinetto si era trascinata
E lì (quando più non ricorda)
Partorì alla meglio
Così, verso il mattino
Lei dice ch'era tutta sconvolta ormai
E mezzo intirizzita
E il suo bambino lo reggeva a stento
Perché nella latrina ci nevicava dentro

Dalla stanza al gabinetto
Prima, lei dice, non avvenne proprio nulla
Il bambino scoppiò in pianto
E questo l'urtò talmente
Lei dice, che con i pugni
L'aveva picchiato tanto
Alla cieca, di continuo
Finché smise di piangere
E poi s'era tenuta
Sempre il morto vicino
Vicino a sé, nel letto
Per il resto della notte
E al mattino nel lavatoio
L'aveva nascosto

Anche voi, di grazia, non vogliate sdegnarvi
Ogni creatura ha bisogno degli altri
Anche voi, di grazia, non vogliate sdegnarvi
Ogni creatura ha bisogno degli altri

Maria Farrar, nata in aprile
Defunta nelle carceri di Meissen
Ragazza madre, condannata
Vuole mostrare a tutti quanto siamo fragili
Voi, che partorite comode in un letto
E il vostro grembo gravido chiamate «benedetto»
Contro i deboli e i reietti non scagliate l'anatema
Fu grave il suo peccato, ma grande la sua pena

Collettivo Victor Jara - Maria Farrar Songtext

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