Songtext zu A Goffredo Parise
Incontro alla mia fierezza
vengono stormi confusi
di barbari, bizantini, egizi
da cui mi sento escluso.
Come fratelli si incontrano
tremanti per il freddo
e il peccato si scambiano
originale, si ammirano
il filo e le volute
delle barbe, le uova di vetro,
che hanno invece degli occhi.
Giungono in lanose mute
dal Nord e sostando
a riposare i ginocchi,
dai valichi, dai crinali
scorgono la ghirlanda
delle vele che portano
i loro fratelli orientali.
Per poco ancora il bianco
polverone all'orizzonte
sarà del carrozzone
di un saltimbanco serale,
per poco sarà la fronte
greca di un naviglio
custode di una carezza
che amo, equatoriale.
Allora il nascondiglio
lo cercherò nella siepe
spinosa della mia fierezza,
sarò come una passera
rintanata, buia,
in fondo sarò, di piume,
l'uccello della fuga.
Il polverone di ieri
non c'è più, le vele orientali
ripartono vuote, ormai sento
tremende voci straniere
che suonano musicali,
insieme a un rumore di rame.
Nella siepe fischia un vento
universale, da mondo finito.
Nel silenzio nasce il mito
portato da quel vento: echi
di bronzi, voci ostili
di siamesi, un urlare
disperato, nazista...
Ho incominciato a parlare
di me, per parlare di te.
Bernardo Bertolucci - A Goffredo Parise Songtext
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